venerdì 16 gennaio 2009

LIZZANO

Poco lontano dalla città di Cesena, sulla collina di Lizzano, dove dall’alto si vede il mare illuminare l’orizzonte, le parole dalle contessa Silvia Pasolini Zanelli a Giosuè Carducci ricreano un mondo, uno scenario nel quale ci si sente rapiti.
Tra le rughe degli alberi secolari, lungo le pieghe dei vigneti, i sentimenti che ancora sibilano nel vento sfiorano la nostra pelle, vi aderiscono, penetrano fino al cuore facendolo vibrare di commozione. Così, quando si passeggia per i viali del parco di Villa Silvia, non si può fare a meno di ripensare a chi prima di noi calcò quel terreno, ascoltò quei fruscii, fu accarezzato dalle brezze, spinse il suo sguardo lontano, dalle campagne fino al mare, cogliendone sensazioni, ricavandone rassicurazione, conforto e serenità.

Così Silvia scrive:

" Lizzano, 3 luglio 1904. Carissimo Senatore, siamo quassù Barberina ed io; ma la compagna delle Sue passeggiate mattutine appare smarrita e alla “ fata ” la bianchezza non vale contro l’ombra nera della sua lontananza. E’ vero che Lizzano vibrante della passata vita ci consola, serbando tra i freschi soffi mormoranti dei venti marini il suono dei gentili colloqui, e tra le sue fragranze, come i balsami degli Antichi per proteggere grazie e memorie, raccolta e accarezzata l’anima Sua. Così l’illusione ci pasce; e che altro è la vita umana? Ma quanto lontana e diversa questa illusione sia pur essa di sentimento, dall’immagine vera sensibile ch’io ricerco![…]

Silvia

lunedì 22 dicembre 2008

Una villa sulla collina

Villa Silvia deve il suo nome a Silvia Baroni contessa Semitecolo di Bassano, che, avendo sposato nell'aprile del 1874 il conte Giuseppe Pasolini Zanelli di Faenza, divenne proprietaria della villa settecentesca e ne fece una delle sue residenze estive.

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Sopra: La contessa Silvia (in primo piano a sinistra) con i suoi ospiti

Dalla villa, situata tra le verdi colline di Lizzano, si può contemplare uno dei panorami più suggestivi della Romagna: la natura rigogliosa, i campi coltivati degradanti fino alla vicina Cesena e al mare, che si scorge in lontananza.

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Sopra: Alcuni componenti del circolo culturale della contessa.
Si possono notare Giosuè Carducci (il 2° seduto da sinistra)
ed il tenore lirico Alessandro Bonci (il 3° seduto da sinistra)

Qui la contessa Silvia, imitando la madre Marina Sprea che nel suo salotto letterario aveva accolto il Capponi, il Tommaseo, l'Aleardi, invitò a frequentare la sua dimora gli uomini più illustri della Romagna del tempo come gli scrittori Nazzareno Trovanelli, Antonio Messeri, Paolo Amaducci, musicisti come Balilla Pratella, Achille Turchi, Federico Sarti e cantanti come Alessandro Bonci; qui Giosuè Carducci trascorse ben undici soggiorni, dal 1897 al 1906, durante i quali godette della quiete del parco, della mitezza del clima, dell'ascolto della musica, della compagnia stimolante degli ospiti e della calda
amicizia della famiglia Pasolini Zanelli, cui si legò al punto da esprimere
il desiderio di chiudere la sua vita nella tranquilla pace
di Lizzano
[1].

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Sopra : (Foto a sinistra) Giosuè Carducci a Villa Silvia
Sopra: (Foto a destra)Giosuè Carducci e Alessandro Bonci a Villa Silvia

A testimonianza del sodalizio nato fra il poeta e i conti rimangono la camera che gli era riservata, ancora intatta e
visitabile, piena di ricordi e di cose sue...la finanziera che avrebbe dovuto indossare in occasione della visita che doveva fare nel 1905 la
regina Margherita, visita che poi fu disdetta [2], le fotografie scattate da un fotografo d'eccezione, Pietro Pasolini Zanelli figlio della contessa, che lo ritrasse in passeggiata lungo i sentieri del parco da solo o in compagnia , a tavola come ospite d'onore, in gita nelle vicine località a visitare le bellezze artistiche.

Fra queste è da ricordare la visita alla
chiesa di Polenta, già citata da Dante e amata particolarmente da Carducci; fu appunto l'interesse per questa pieve bisognosa di restauri che convinse il poeta ad accettare l'invito a Lizzano dei conti Pasolini Zanelli, impegnati in una campagna di sensibilizzazione e raccolta di fondi a favore della chiesa. L'iniziativa fu seguita dalla composizione dell'Ode alla chiesa di Polenta, quasi sicuramente concepita fra i colli dell'amenissimo Lizzano [3]e pubblicata nel 1897, che fu mezzo efficace per avere i fondi per erigere il campanile mancante[4].

L'Ode (
con la sua trasposizione musicale ad opera di Balilla Pratella) sarà protagonista della seconda edizione di SaporInMusica 2007, organizzata dall'AMMI.

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Sopra : La camera da letto di Giosuè Carducci a Villa Silvia

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Sopra : Giosuè Carducci a Villa Silvia pochi giorni prima della morte

Il poeta ritornò volentieri a villa Silvia, che egli preferiva a tante altre ospitalità, perché qui poteva alternare i profondi silenzi con
le parole della contessa
, donna di spirito e di vasta cultura che passava dagli onesti favellari alle burlette infantili e ingenue che piacevano tanto al poeta [5]; qui ritornò anche quando, ormai infermo, era costretto in una poltrona a ruote e la parola non era più sciolta come un tempo; qui, alla sua morte nel 1907, i conti Pasolini Zanelli posero una lapide (ancor oggi visibile) a perpetua memoria della devota ammirazione e della fedele amicizia.

Alla sua morte,
avvenuta nel 1920, la contessa Silvia lasciò per testamento la Villa, con annessi quattro poderi, in legato al Comune
di Cesena, perché in essa vi sorgesse
un'opera benefica, atta a lenire le umane sofferenze della popolazione del luogo ed oltre [6],in memoria di Giosuè Carducci e del figlio Pietro; da allora e fino ad oggi il Comune di Cesena, fedele esecutore della volontà testamentaria di Silvia Baroni Pasolini Zanelli, ha promosso in questo luogo varie iniziative sociali e culturali soprattutto a favore dei bambini: alla villa ha funzionato per oltre un cinquantennio un preventorio
tubercolare per i fanciulli meno abbienti e di particolari condizioni disagiate [7], scuole materne, una ludoteca, attività ricreative e manifestazioni culturali;
dalla primavera 2007 la villa è divenuta la sede operativa dell'AMMI (Associazione Musica Meccanica Italiana) che svilupperà l'attività di divulgazione, salvaguardia e restauro degli strumenti musicali meccanici e curerà l'allestimento di un museo permanente di strumenti musicali di particolare interesse, attività didattiche per ragazzi, un laboratorio ed una scuola di restauro.

Memore del glorioso passato di Villa Silvia, AMMI è onorata di poter interpretare la volontà e l'ultimo desiderio della contessa Silvia facendosi promotrice di iniziative ed attività che diffondano la cultura e la tradizione musicale, e rechino ristoro...alle anime.

Roberta Montavoci